sabato 13 ottobre 2012

ci sono i dischi volanti terrestri...

Sack AS-6
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Germania nazista sviluppò diversi modelli di aeroplani dal profilo alare circolare. Uno dei pochi che riuscì a volare fu il Sack AS-6, che si sollevò in aria per la prima volta nel 1944.
Era dotato di una pessima manovrabilità per via del fatto che le ali non riuscivano a contrastare efficacemente il movimento rotatorio del motore, e quello che si ritiene l'ultimo esemplare originale è stato fatto a pezzi dai piloti dopo un atterraggio di fortuna in tempo di guerra allo scopo ottenere legname per scaldarsi durante la notte.
Vought XF5U
Un design a "tutta ala" per un aereo americano progettato durante gli anni '40 del 1900. Le prestazioni erano promettenti, con una velocità massima di quasi 900 km/h e un carico utile di circa 8 tonnellate, ma la propulsione a elica fu ben presto soppiantata dai motori jet, e nel 1946 il velivolo era già considerato obsoleto.
Couzinet RC360 Aerodyne
Progettato dal francese René Couzinet negli anni '50 del secolo scorso, è un velivolo a forma di disco che non fu mai realizzato perché il governo francese considerò il progetto troppo dispendioso e difficile da realizzare.
Couzinet costruì solo un modello in scala del velivolo, alimentato da tre motori da 135 cavalli ciascuno (sei nel modello finale) e direzionabile tramite 50 piccoli alettoni capaci di garantire un certo grado di manovrabilità. Il pilota sedeva nella capsula al centro del disco.
Astro Kinetics Dynafan
Presentato per la prima volta nel 1964, il velivolo era una sorta di cappello dotato di una minuscola cabina di pilotaggio aperta. Per volare, il Dynafan sfruttava l'effetto Coanda, la tendenza di un gas (in generale, un fluido) a seguire il contorno della superficie più vicina.
Questo sistema di propulsione eliminava la necessità di rotori, e avrebbe consentito prestazioni pari a quelle di un elicottero.
AVROCAR VZ-9AV
Uno dei più celebri velivoli a forma di disco, l' Avrocar era stato segretamente costruito tra il 1958 e il 1961 su commissione del governo statunitense. Anche in questo caso viene sfruttato l'effetto Coanda, ma è necessario solo un motore per fornire la spinta necessaria al volo.
Sebbene più maneggevole dei suoi predecessori, l'Avrocar non era adatto al volo supersonico per via della sua forma, e fu inizialmente progettato come "jeep aerea" con compiti simili a quelli che svolsero gli elicotteri americani durante il conflitto vietnamita.
Il velivolo poteva superare una velocità di 400 km/h e una quota di 3.000 metri, con un raggio d'azione di poco superiore ai 200 km e un carico utile di mezza tonnellata scarsa.
Lenticular Reentry Vehicle (LRV)
Il velivolo sembra sia stato progettato per trasportare testate nucleari durante la Guerra Fredda, e sganciarle da altezze orbitali. L'origine del concetto è il progetto Pye Wacket, che cercava di elaborare design lenticolari per testate atomiche e convenzionali.
LVR, tuttavia, era molto più che una semplice testata: l'equipaggio di quattro uomini sarebbe stato costretto a vivere per sei settimane in orbita bassa raggiunta tramite un motore a razzo, fianco a fianco ad un reattore nucleare come generatore di elettricità e chissà quante bombe atomiche nella stiva.
Probabilmente, la produzione del velivolo è stata fermata poco dopo il prototipo, e non c'è dato che attesti che il Lenticular Reentry Vehicle si sia mai sollevato da terra.
Sikorsky Cypher
Verso la fine degli anni '80, la Sikorsky Aircraft creò un piccolo velivolo senza pilota chiamato "Cypher", dal diametro di quasi due metri e un peso di 20 chilogrammi. Il motore che lo faceva sollevare da terra aveva una potenza di quasi tre cavalli, ma si trattava di un prototipo dimostrativo.
Il modello finale pesa 110 kg ed è spinto da un motore da 53 cavalli di potenza. E' stato largamente impiegato durante le dimostrazioni civili nel corso degli anni '90, fino a quando è stato realizzato il prototipo Cypher II, commissionato dalla Marina americana con il nome in codice "Dragon Warrior".
Velivoli "lightcraft"
E' possibile volare sfruttando la potenza di un laser? Pare proprio di si, come dimostrano i "lightcraft", piccoli velivoli sperimentali spinti da un laser/maser.
Questo genere di propulsione è differente dalle vele solari spaziali, perché sfrutta la creazione di plasma incandescente per poter generare una spinta.
Il concetto è in corso di sperimentazione e miglioramento per la futura (e ancora del tutto ipotetica) realizzazione dell' "ascensore spaziale".
SiMiCon Rotor Craft (SRC)
Concept in corso di sviluppo, è un piccolo velivolo senza pilota del diametro di 4,5 metri e finora realizzato solo in scala (1,5 metri di diametro). Ha un profilo circolare, e può volare come un aereo tramite la spinta di motori a reazione, o come un elicottero estraendo un set di quattro pale dalla fusoliera.

giovedì 11 ottobre 2012

ci sono batteri che producono oro....

Due ricercatori americani scoprono come trasformare in oro dei metalli senza valore. Ma non potendo sfruttare la loro scoperta per arricchirsi, ne fanno un'opera d'arte.



I ricercatori della Michigan State University hanno utilizzato il batterio Cupriavidus metallidurans per creare minuscole pepite d'oro a partire dal cloruro aurico (AuCl3), un sale d'oro dell'acido cloridrico estremamente tossico per la maggior parte delle forme di vita conosciute.
Il Cupriavidus metallidurans è un batterio che può essere considerato a tutti gli effetti un estremofilo per via della sua capacità di resistere ad alte concentrazioni di metalli pesanti. E' un microrganismo che ha già trovato applicazioni pratiche in campo scientifico e industriale, ad esempio nel rilevamento di metalli pesanti in ambienti contaminati, ma l'utilizzo pensato dal gruppo di Kazem Kashefi, professore di microbiologia dell'università, è del tutto nuovo e inaspettato.
"Stiamo facendo alchimia microbica, trasformiamo qualcosa che non ha valore in un metallo prezioso solido dotato di valore" ha spiegato Kashefi. "E' neo-alchimia. Ogni parte e ogni dettaglio del progetto sono a metà strada tra la moderna microbiologia e l'alchimia. La scienza tenta di spiegare il mondo fenomenologico. Come artista, tento di creare un fenomeno. L'arte è la capacità di spingere la ricerca scientifica" sostiene Adam Brown, professore di arte elettronica dell'università e membro del team di ricerca.
Anche un altro microrganismo, il Delftia acidovorans, è noto per la sua abilità di scomporre il cloruro aurico in oro, ma ha la spiacevole abilità di trasformare il metallo prezioso in nanoparticelle che tengono ad accumularsi nel terreno sotto forma di pepite dopo un tempo francamente troppo lungo per un'esposizione artistica.
Il C. metallidurans si è dimostrato resistente ai metalli pesanti ben 25 volte di più di quanto si sospettasse in precedenza, ed è anche per questo motivo che è stato scelto per l'installazione artistica dal titolo "The Great Work of the Metal Lover", un esperimento ai confini tra arte e scienza in cui il batterio crea oro a 24 carati all'interno di un bioreattore.

Kashafi e Brown hanno alimentato i C. metallidurans con dosi massicce di cloruro aurico, dosi che tuttavia non sembrano aver avuto conseguenze sul metabolismo di questi batteri. Come sottoprodotto della digestione del cloruro aurico, i C. metallidurans producono piccole pepite d'oro, visibili attraverso il vetro del bioreattore.
Se già state volando con la fantasia immaginando enormi bioreattori popolati da C. metallidurans che sfornano pepite d'oro a non finire, i ricercatori tengono a precisare che riprodurre il loro esperimento su larga scala sarebbe del tutto proibitivo in termini di costi.
Ma la ricerca sul C. metallidurans, oltre a fornire preziose informazioni sulle conseguenze cellulari della contaminazione da metalli pesanti, potrebbe aiutare a trovare nuove strade per l'approvvigionamento di alcuni elementi così importanti per l'economia moderna, strade possibilmente più ecosostenibili di quelle percorse oggigiorno.
Le ricerche condotte negli ultimi anni sembrerebbero essere state almeno in parte secretate. Ciò é logicamente naturale, dato che in simili circostanze i ricercatori e gli enti di ricerca mirano od al brevetto oppure a passare ad aziende amiche l’intera procedura produttiva.
  Si noti che oltre all’oro, vi sono linee di ricerca su quasi tutti i metalli rari.

  Notizie tecniche.
  Reith F. et Al. Mechanisms of gold biomineralization in the bacterium Cupriavidus metallidurans. Proceedings National Academy Sciences United States of America. pnas.0904583106. 106: 17757-17762, 2009. (Affiliation: Caltech).
  Reith F et Al. Nanoparticle factories: Biofilms hold the key to gold dispersion and nugget formation. Geology. 38: 843-846, 2010.

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